Quanto caro ci costerà questo caro-energia?
Nonostante i tantissimi messaggi di cordoglio arrivati dai politici italiani in omaggio alla Regina Elisabetta II, la notizia della sua morte non sembra aver distratto eccessivamente i leader di partito dai loro impegni elettorali. Mancano 16 giorni alle elezioni politiche e ormai la campagna è entrata nel vivo. I leader politici continuano a girare l’Italia stringendo mani e facendo polemiche per lo più a distanza. Eccezione ha fatto il Forum di Cernobbio dove domenica pomeriggio si sono sfidati in un confronto sui principali temi di attualità. L’osservazione più condivisa fra chi ha seguito il dibattito è stata la sempre maggiore distanza, acuitasi poi durante la settimana, tra gli argomenti della leader di FdI Giorgia Meloni e quelli del segretario della Lega Matteo Salvini, soprattutto su quel che riguarda l’efficacia o meno delle sanzioni contro la Russia. Nel frattempo, il segretario del PD Enrico Letta ha visto alcune delle sue dichiarazioni essere al centro del dibattito politico degli ultimi giorni, trascinando su di sé non poche polemiche. Durante una riunione dei candidati del PD, Letta ha infatti parlato di un «allarme per la democrazia italiana» in riferimento alla possibile vittoria del centrodestra, appellandosi alla retorica del “voto utile” per il PD e non per il M5S o il Terzo Polo. In sostanza, Letta darebbe per scontata la vittoria del centrodestra alle prossime elezioni, e per questo il 25 settembre sembra puntare non a vincere quanto piuttosto a “perdere bene”. Una strategia, questa, non certo rassicurante per gli elettori del partito per i quali lo scenario migliore presentato sembra essere quello di una sconfitta “di misura”.
Ma sullo sfondo della campagna elettorale, a predominare è sempre la preoccupazione relativa al caro-energia, vero minimo comun denominatore fra le attenzioni di tutti i partiti che da settimane chiedono al governo un tempestivo intervento. Il Ministero della Transizione ecologica ha fornito una prima risposta con la pubblicazione del Regolamento per il contenimento dei consumi di gas, volto a “realizzare da subito risparmi utili a livello europeo per prepararsi a eventuali interruzioni delle forniture di gas dalla Russia”. L’obiettivo del testo è quello di promuovere comportamenti consapevoli e intelligenti nel consumo di gas e di energia elettrica, che incidano sul contenimento della domanda di gas ma anche sulle politiche di decarbonizzazione. L’adempimento di tali misure è quindi lasciato al buon senso dei più, o almeno è questa la speranza del ministro della Transizione ecologica Cingolani, secondo il quale «se tutti i cittadini osserveranno le regole potremo risparmiare fino a 5,5 miliardi». Ma non tutti hanno apprezzato tale misura. Tra le reazioni al Regolamento infatti spicca quella arrivata da Mosca che desta non poche preoccupazioni. Secondo la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, il piano italiano per la riduzione della dipendenza dalle fonti energetiche russe sarebbe imposto da Bruxelles, che a sua volta agisce su ordini di Washington, ma alla fine «saranno gli italiani che dovranno soffrire» per questo.
Di contro, l’Europa sta continuando a guardare la campagna elettorale italiana ostentando una certa neutralità. «Le elezioni degli Stati membri vanno rispettate. L’Eurogruppo non fa speculazioni sull’esito del voto (…) sarebbe inappropriato per l’Ue prendere posizione» sono queste le parole di un alto funzionario europeo in vista della riunione dell’Eurogruppo a Praga, venerdì, per discutere la situazione economica mondiale e il coordinamento delle politiche macroeconomiche nella zona euro. In contemporanea, la riunione straordinaria dei ministri dell’Energia europei a Bruxelles per discutere eventuali misure di emergenza per l’impennata dei prezzi dell’energia, soprattutto in vista del prossimo inverno. A quanto si apprende, sul tavolo vengono discusse anche possibili linee di credito d’emergenza per gli operatori del mercato energetico e, in particolare, l’ipotesi di imporre un tetto ai prezzi del gas, come proposta dal premier Draghi. Una possibilità quest’ultima che non sembra essere passata inosservata da Putin che in settimana ha tuonato: «La Russia non fornirà più petrolio e gas a quei Paesi occidentali che imporranno un Price cap sull’energia russa», sottolineando come il tentativo occidentale di isolare Mosca, sia futile e «impossibile». Il tutto mentre il prezzo del gas continua la sua corsa al rialzo e nella sola giornata di lunedì schizza del 35%, +400% rispetto a un anno fa. Inoltre, secondo una stima di Unicredit, l’Europa potrebbe pagare 450 miliardi in più all’anno per l’aumento del prezzo del gas e del petrolio, circa il 3% del pil Ue. Viene allora da chiedersi, da qui a pochi mesi quale sarà l’impatto reale del caro energia sulle famiglie, sulle imprese e sull’economia italiana. Ma soprattutto, sarà sostenibile?