Nel segno di Berlusconi

Questa appena trascorsa è una settimana destinata a lasciare il segno nella storia e nella politica italiana. La morte di Silvio Berlusconi, come era prevedibile, ha stravolto l’agenda istituzionale. I lavori del Parlamento e i principali appuntamenti governativi hanno subìto una obbligata modifica in osservanza del lutto nazionale e dei funerali di Stato riservati all’ex leader di Forza Italia. La notizia è stata chiaramente il fulcro del dibattito politico e mediatico italiano, alimentato più che altro dalla domanda: e ora, che cosa succederà? Al di là del chiacchiericcio, le prime risposte ufficiali sono arrivate proprio nella giornata di venerdì, nella conferenza stampa indetta da Tajani nella sede romana del partito. Una conferenza in cui le due parole più citate sono state un sostantivo e un nome proprio: continuità e Marina Berlusconi.

Partiamo dal sostantivo. Continuità. Tajani ha specificato che la linea politica di Forza Italia non cambia, continua a essere quella già tracciata dal suo fondatore nel perimetro dei rapporti di coalizione con le altre forze della maggioranza. L’alleanza è garantita e l’impegno si rinnova. Quanto alla governance del partito si seguirà il dettato dell’art. 19 dello statuto: la parola passa al congresso. I tempi tecnici non saranno brevi e fino a quel momento la reggenza sarà affidata ad Antonio Tajani, che ha incassato anche l’appoggio e il sostegno della famiglia Berlusconi. E qui veniamo al nome proprio. Marina Berlusconi è colei che sembra aver assunto il ruolo di “plenipotenziaria” per quanto riguarda i rapporti politici della famiglia. Ha rinnovato la “pax” con Giorgia Meloni subito dopo le esequie e in una lettera pubblica a Tajani ha confermato “la stima e l’affetto, nel rispetto dei ruoli, da parte della famiglia Berlusconi a Forza Italia, che è una delle maggiori realizzazioni del padre”. Tutto in equilibrio, quindi, almeno fino al congresso, che probabilmente precederà il prossimo test elettorale delle europee del 2024. Nel frattempo il consenso a Forza Italia si è impennato verso l’alto, la notizia della scomparsa del suo leader ha generato un  più 2,4%, risalendo al 9,5%. Per gli azzurri si tratta di un risultato che non si vedeva da anni.

Un’altra notizia, rimasta quasi in sordina ma poi condita dal doveroso clamore, è stata la visita a Roma del magnate Elon Musk, CEO di SpaceX, Tesla e Twitter che giovedì ha incontrato a Palazzo Chigi il Ministro degli Esteri Tajani e, successivamente, il premier Meloni. I colloqui, infatti, non erano stati annunciati e sembra ci sia stata una variante al piano originario che non prevedeva altre tappe oltre Parigi, dove era previsto venerdì un incontro con il presidente francese Macron. Negli incontri romani, da quanto si è appreso, sarebbero stati discussi molti temi, dall’intelligenza artificiale, alle regole europee, dagli investimenti all’automotive e alla natalità. Nell’incontro con Tajani, a cui ha presenziato anche il giornalista Nicola Porro, uno dei pontieri di tale incontro, le discussioni si sono concentrate più sulla politica industriale, sull’aerospazio, sulla cybersecurity e sui social network. Non rimane, quindi, che capire se Tajani sia riuscito a convincere il multimiliardario che «l’Italia è il miglior paese in Europa dove investire» al netto dei confronti che avrà con Macron sui piani per la costruzione della nuova “Gigafactory”, il nome degli impianti utilizzati da Tesla per produrre i propri veicoli e parte dei loro componenti.