Stallo in Europa. Ma l’Italia guarda anche a Umbria ed Emilia

Nella settimana dal 4 al 12 novembre, il Parlamento Europeo ha svolto le audizioni per i commissari designati nella nuova Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen: sei vicepresidenti esecutivi designati, tra cui l’italiano Raffaele Fitto, sono stati esaminati per ultimi, nella giornata di martedì. Nonostante la gran parte delle audizioni abbiano avuto un esito positivo, alcune nomine hanno evidenziato tensioni significative tra i gruppi politici dei Popolari, Socialisti e Liberali. In particolare, il Partito Popolare Europeo (PPE) è stato accusato di collaborare con forze di estrema destra, come il partito spagnolo Vox, per ostacolare la nomina di Teresa Ribera, candidata alla vicepresidenza esecutiva per la Transizione Climatica. Inoltre, la candidatura di Raffaele Fitto continua a suscitare preoccupazioni e dubbi tra i socialisti, che temono un’influenza eccessiva delle forze conservatrici nelle politiche europee. Onde evitare “veti incrociati” tra i gruppi politici, le valutazioni sui sei candidati alla vicepresidenza esecutiva sono state congelate e rinviate a data da destinarsi, ritardando così l’insediamento della nuova Commissione Europea previsto per i primi di dicembre.

Permane quindi più di qualche incertezza sulla composizione finale della commissione e più in generale sulla tenuta della maggioranza europeista che sostiene la Von der Leyen. In sostanza, la nuova Commissione Europea è bloccata: Liberali, Verdi e Socialisti hanno reso noto che alle condizioni attuali non voteranno il via libera a Fitto mentre i Popolari minacciano di bocciare i due nomi a cui i loro alleati tengono di più – la socialista Teresa Ribera e la liberale Kaja Kallas. I gruppi progressisti puntano probabilmente a convincere von der Leyen a declassare Fitto a commissario “semplice.” Tuttavia, la scelta di nominare l’esponente italiano come vicepresidente risponde all’esigenza della Presidente sia di mantenere buoni rapporti con il governo italiano sia di ampliare la maggioranza che sostiene la Commissione, anche se solo su alcuni temi. Invece, l’obiettivo dei Popolari è quello di costringere il governo spagnolo a sostituire Ribera con un’altra persona e magari redistribuire le competenze in modo che i Socialisti non esprimano un commissario con due deleghe così influenti.

Sul fronte interno l’Italia ha gli occhi puntati sulla doppia tornata regionale in Umbria ed Emilia Romagna, domenica 17 e lunedì 18 novembre. Si chiude così una campagna elettorale molto dura con polemiche e tensioni. Si tratta di un altro test sulla tenuta della maggioranza e sulla forza delle alleanze sul fronte delle opposizioni, dopo quello che è avvenuto in Liguria, ma anche due partite locali tutte legate alla situazione specifica dei due territori. Il centrosinistra ci prova in Emilia Romagna con il sindaco di Ravenna Michele De Pascale e il centrodestra risponde con Elena Ugolini, ex sottosegretaria del governo Monti, con una lunga militanza in Comunione e Liberazione. Per quanto riguarda l’Umbria a sfidarsi sono nove candidati, ma la battaglia vera e propria si concentrerà tra due donne: la governatrice uscente, la leghista Donatella Tesei, che ha dietro il sostegno dell’intero centrodestra (a cui si è aggregato con la sua Alternativa Popolare il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi), e la sindaca di Assisi Stefania Proietti, proveniente dal mondo civico cattolico, che ha convogliato tutte le forze di minoranza, oltre al sostegno di diverse liste della società civile e della Cgil.

Secondo un sondaggio YouTrend a livello nazionale, cresce Fratelli d’Italia fino a raggiungere il 28,8%. La Lega si attesta al 8,9%, mentre Forza Italia è al 9,1%. Passando all’opposizione, il Partito Democratico sarebbe al22,7%. Il Movimento 5 Stelle sale all’11,9%. L’Alleanza Verdi – Sinistra si attesta al 6,3%. Azione di Carlo Calenda è al 2,4%, Italia Viva di Matteo Renzi al 2,2%. + Europa è al 2,2%.