I nodi del Governo Meloni tra Legge di Bilancio e flussi migratori
Grande attenzione in settimana è stata dedicata al Consiglio dei Ministri svoltosi mercoledì per l’approvazione della Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NaDef) dove è stata stimata una crescita del Pil italiano dell’1,2%, al ribasso rispetto all’1,5% prospettato nel Def di aprile. Il testo della NaDef per il 2023 non è ancora stato diffuso pubblicamente ma quanto predisposto dal Governo tiene ovviamente in considerazione della complessa e intricata situazione economica internazionale, dell’impatto della politica monetaria «restrittiva» della Banca Centrale Europea, pensata per controllare l’inflazione, e delle conseguenze della guerra in Ucraina sull’economia europea e italiana.
A far molto discutere anche l’approvazione nello stesso CdM del nuovo decreto-legge contenente misure sull’immigrazione. Quest’ultimo provvedimento sancisce una linea chiara del Governo Meloni sul tema migranti, particolarmente caro al centrodestra, e in caso di “gravi motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato”, l’espulsione potrà essere disposta dal ministero dell’Interno o dai prefetti. Ma fra le misure al centro del nuovo decreto quelle che riguardano i minori non accompagnati, predisponendo controlli più stringenti per verificarne l’età e pene più rigide in caso di false dichiarazioni.
Non stupisce allora come il dossier migranti sia stato nuovamente al centro della settimana politica e del focus del faccia a faccia tra Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron, avvenuto martedì a margine del funerale del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. Un confronto definito da Palazzo Chigi come “lungo e cordiale” dove i due leader “hanno continuato a discutere della necessità di trovare una soluzione europea” alla gestione dei flussi migratori. Molto meno cordiali appaiono invece i rapporti con la Germania anche a seguito della lettera inviata dal premier italiano al cancelliere tedesco in cui si è espresso “stupore” per la decisione di Berlino di finanziare le Ong che operano nel Mediterraneo senza consultarsi prima con Roma. Diverso nel tono ma non nel contenuto l’altolà di Matteo Salvini sul punto, che ha parlato senza mezzi termini di «un oltraggio» e «un atto ostile» da parte della Germania che contribuirebbe a portare maggiore immigrazione clandestina sulle sponde italiane. Attacchi forti quelli di Salvini, che finiscono per mettere in cattiva luce la stessa Premier che redarguisce su alcune “fibrillazioni elettorali” anche interne al centrodestra che per quanto siano inevitabili, «non devono superare il livello di guardia perché c’è in gioco la stabilità del Governo».
Tutti questi i temi al centro sia del vertice Med9 svoltosi oggi al Malta sia della riunione della Comunità politica europea e del Consiglio europeo informale che si terranno a Granada il 5 e il 6 ottobre, occasione dove, con tutta probabilità, si terrà l’atteso confronto tra Meloni e Scholz.