In Europa non si cantano canzoni d’amore

Mentre l’Italia è incollata agli schermi per seguire il gran galà sanremese dove i grandi amori trovati o ricongiunti dominano quasi ogni canzone, occhi e orecchie della politica sono puntati su Bruxelles dove si è riunito il Consiglio Europeo, l’organo che riunisce dei capi di governo europei. Se al vertice suonasse una canzone parlerebbe di un amore mai nato, sofferto e combattuto al punto giusto, con figure incomode: quello mai fiorito tra il Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni e il Presidente Francese Emmanuel Macron. 

 

Un’entente sulla carta che nella realtà si manifesta come scontro diplomatico. A lamentarsi è la leader di Fratelli d’Italia, che ha considerato «inopportuno» l’invito a Parigi, alla vigilia del vertice al quale lo stesso leader avrebbe partecipato come “ospite speciale”, di Volodymyr Zelensky per una riunione ristretta alla quale si è aggiunto anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz. L’accusa della Meloni è quella di indebolire l’Europa: «Finora tutto il segreto e l’efficacia della reazione europea alla guerra è stata l’unità, stiamo facendo tutti dei sacrifici e invece in questo modo si indebolisce tutto questo lavoro». Di simile avviso anche il presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il  presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Secca la replica di Macron: «Ho voluto ricevere il presidente Zelensky con il cancelliere Scholz, penso che eravamo nel nostro ruolo» e aggiunge «la Germania e la Francia, come sapete, hanno un ruolo particolare da otto anni sulla questione perché abbiamo anche condotto insieme questo processo. Penso che inoltre stia anche a Zelensky scegliere» per i colloqui diplomatici «il formato che vuole».

 

Lo scontro tra leader ha occupato le prime pagine mettendo in secondo piano gli altri temi importanti sul tavolo del Consiglio, primi tra tutti la questione migranti e la questione degli aiuti di stato alle aziende. Sul primo punto l’Unione ha trovato un accordo sul controllo alle frontiere. Il Consiglio invita la Commissione a finanziare misure dirette al controllo delle frontiere esterne e alla cooperazione con i Paesi di origine e di transito. Tra le richieste dei ventisette anche progetti di gestione delle frontiere che comprendono un pacchetto integrato di infrastrutture come strade, torrette di controllo e sorveglianza elettronica. Dei muri però nessuna menzione. Nota importante, soprattutto per l’Italia, è  il richiamo alla specificità delle frontiere marittime, riconoscendo la necessità della salvaguardia delle vite umane e la necessità di una cooperazione rafforzata per quanto riguarda le attività di ricerca e salvataggio. 

 

Un tema quello del controllo della migrazione che sta molto a cuore a Giorgia Meloni. La speranza della maggioranza è quella di convertire la sortita di Bruxelles in numeri nelle elezioni regionali, allungando la luna di miele che – per quanto dicono gli ultimi sondaggi disponibili – dura dalle elezioni politiche. Due le regioni chiamate al voto per rinnovare il consiglio regionale ed eleggere il presidente della Regione, Lazio e Lombardia (si vota domenica 12 dalle 7 alle 23 e lunedì 13 dalle 7 alle 15). In Lombardia i candidati principali saranno il governatore leghista Attilio Fontana (FdI, Lega, FI), Pierfrancesco Majorino del PD (con l’appoggio anche di M5S, Alleanza Verdi-Sinistra) e Letizia Moratti, ex vicepresidente della Regione guidata da Fontana e ora sostenuta dal Terzo Polo. Nel Lazio i principali nomi in corsa sono invece l’ex presidente della Croce rossa Francesco Rocca (FdI, Lega, FI), l’assessore uscente alla Sanità della giunta Zingaretti, Alessio D’Amato (PD e Terzo Polo) e la giornalista Rai Donatella Bianchi (M5S).

 

Questo fine settimana sarà importante anche per gli equilibri interni del principale partito di opposizione al governo, il Partito Democratico, per la scelta dei due sfidanti alla segreteria alla primarie. Alla corsa partecipano il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, la sua ex vicepresidente e deputata Elly Schlein, la deputata ed ex Ministra Paola De Micheli e il deputato Gianni Cuperlo. Dai primi risultati disponibili sembra tuttavia chiaro che alle primarie andranno Bonaccini e Schlein. Anche in questo caso non saranno propriamente canzoni d’amore.