Approvata la manovra, inizia l’iter
Ogni anno arriva una settimana come questa: quella in cui il Consiglio dei Ministri dà il semaforo verde alla Legge di Bilancio. La manovra 2024 entrerà presto dunque nell’iter parlamentare per l’approvazione entro il 31 dicembre. Si tratta di una finanziaria da 30 miliardi lordi, 9 in deficit, che ad ogni modo rispetterà il criterio dell’1,5% di spesa primaria netta (ovvero al netto degli interessi) in rapporto al Pil.
Il Ministro Giancarlo Giorgetti ha confermato la severità delle nuove regole di bilancio, nonostante potenziali maggiori entrate, ma ribadendo che il peso fiscale ricadrà anche sugli istituti bancari e sulle assicurazioni, da cui ci si aspetta un gettito di 3,5 miliardi complessivi. Le somme probabilmente saranno ottenute grazie, oltre che ai guadagni di cui gli istituti hanno goduto, anche a una stretta sulle deduzioni ed eventuali anticipazioni fiscali. Questo, come ha avvertito il ministro, permetterà di non tagliare sulla sanità. Confermato l’accorpamento dell’Irpef a tre scaglioni come l’anno scorso. La flat tax è ancora in cantiere e potrebbe avere un’accelerazione nel caso il concordato fosse molto positivo. «Confermo che c’è volontà di procedere su Mps con la collocazione di un’ulteriore quota entro la fine dell’anno», ha spiegato.
Confermate e potenziate le misure sui congedi parentali. Introdotta anche una “Carta per i nuovi nati” che riconosce 1.000 euro ai genitori entro la soglia Isee di 40mila euro per far fronte alle numerose prime spese per ogni nuovo nato. Queste solo alcune delle misure, che sintetizzano l’orientamento della legge, senz’altro diretta ad andare incontro alle esigenze delle classi più fragili.
Sul fronte internazionale è stata la settimana del Consiglio europeo. Un summit con focus su migrazione e politica estera. Sul primo punto i leader Ue chiedono alla Commissione Europea di presentare una nuova proposta legislativa con urgenza sui rimpatri. Il Consiglio chiede un’azione determinata a tutti i livelli per facilitare, aumentare e accelerare i rimpatri dall’Unione Europea, utilizzando tutte le politiche, gli strumenti e i mezzi pertinenti – tra cui diplomazia, sviluppo, commercio e visti. Dovrebbero inoltre essere considerate vie innovative per contrastare la migrazione irregolare, in linea con la legge Ue e internazionale. Al summit è intervenuto anche il presidente ucraino Zelensky, che ha tuonato: “Per noi la Nato è un ombrello di sicurezza, è l’unica speranza. Se i partner non rispetteranno le promesse per noi sarà molto difficile nei confronti della Russia”, ha detto in conferenza stampa dopo il confronto con i leader a Bruxelles. E ha aggiunto: “La maggioranza dei leader Ue ha espresso pieno supporto al piano di pace e sono contento che abbiamo una strada chiara davanti. Sono molto grato a tutti per il sostegno al nostro percorso verso l’Ue: ci hanno supportato con aiuti finanziari e militari sin dall’inizio della guerra”. E rispondendo a una domanda ha ribadito: “Non aggiungerò altro sul colloquio che ho avuto con Trump rispetto a quanto già detto, quel colloquio era tra me e lui. Abbiamo parlato della Nato, io gli ho presentato le mie argomentazioni” per l’ingresso dell’Ucraina “e lui ha detto che era d’accordo. Significa quel che significa”. Sul tema, però, emblematica la reazione del cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha glissato la questione senza affermare né negare, ma rispondendo con un prudente: “ci stiamo lavorando”.