2024, le priorità del Governo Meloni

Dopo la tradizionale pausa natalizia, i due rami del Parlamento si sono dedicati a una ripartenza ad alta intensità. Già mercoledì, infatti, la Camera ha approvato in via definitiva la conversione in legge del decreto contenente alcune «disposizioni urgenti» sul cosiddetto “piano Mattei per l’Africa” che, nelle intenzioni del governo Meloni, è destinato ad essere un  ambizioso progetto di sviluppo e di approfondimento delle relazioni internazionali tra l’Italia e i paesi africani. Ad oggi, ad essere stata approvata dal Parlamento è l’istituzione di una Cabina di regia ad hoc, presieduta dalla premier Meloni con il Ministro Tajani nel ruolo di Vicepresidente, e la definizione di una struttura di missione entro la quale saranno gestiti progetti e iniziative per e con i paesi africani al fine di promuovere lo sviluppo economico-sociale in loco e di sfavorire così l’immigrazione irregolare. Il Piano vero e proprio, con il dettaglio delle missioni e delle priorità d’azione, dovrà successivamente essere varato con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri previo parere delle Commissioni parlamentari di riferimento. Nella volontà del Governo le iniziative spazieranno in tutti i settori, dall’energia all’aerospazio, dalla formazione all’agricoltura col fine ultimo di rendere l’Italia una potenza regionale di riferimento a cavallo tra Europa, Mediterraneo ed Africa.

Ad essere particolarmente attese in Parlamento sono state anche le comunicazioni del Ministro della Difesa Crosetto sulla proroga degli aiuti militari all’Ucraina. Crosetto ha sottolineato il sostegno “forte e inalterato” a Kiev e spiegato che  fare un passo indietro in questo momento “sarebbe un drammatico errore strategico e politico”. La volontà di procedere con l’invio di mezzi e risorse militari all’Ucraina per tutto il 2024 è stata condivisa dalle Assemblee di deputati e senatori che hanno votato a favore della risoluzione di maggioranza, assieme a quelle di Azione\IV e del PD, anche se in parte riformulata. Se il centrodestra è apparso così compatto e allineato sul punto, a rubare la scena in Aula è stato invece il PD che, come già accaduto in passato, si è spaccato sul tema. Tra le file dei Dem, infatti, c’è stato chi non ha condiviso la strategia adottata dal partito di votare solo la propria risoluzione, astenendosi invece su su tutte le altre, per marcare con più forza una distanza dal centrodestra a pochi mesi dalle elezioni europee. Prima alla Camera e poi al Senato alcuni “dissidenti”,  tra cui il presidente del Copasir Lorenzo Guerini, hanno votato a favore della risoluzione presentata dalla maggioranza dove si ribadiva il supporto militare a Kiev, andando contro la linea scelta dal proprio partito e provocando un’ulteriore spaccatura interna.

In ogni caso, le risoluzioni approvate in Parlamento impegnano l’esecutivo su un doppio binario: da un lato la continuazione del supporto all’Ucraina in linea con gli impegni assunti a livello internazionale, dall’altro l’impegno ad approfondire ogni sforzo diplomatico possibile in tutte le sedi adeguate. E in questo l’Italia può svolgere un ruolo di rilievo, soprattutto alla luce del nuovo incarico assunto con l’inizio dell’anno alla presidenza di turno del G7. Non stupisce allora che il 2024 di Giorgia Meloni sembri puntare molto sulla politica estera, riempiendo già nelle prime settimane dell’anno l’agenda della premier. Il 20 gennaio Meloni dovrebbe infatti volare per la sua prima volta a Istanbul per un bilaterale con il presidente turco Erdogan, il cui posizionamento è centrale rispetto al conflitto in corso in Medio Oriente, mentre entro la fine del mese potrebbe essere ricevuta all’Eliseo dal presidente francese Macron. Il primo febbraio è attesa invece a Bruxelles per il Consiglio Ue a cui dovrebbe seguire una visita a Tokyo per il passaggio di consegne ufficiale tra Giappone e Italia per la Presidenza del G7. Ma sul piano internazionale un occhio di riguardo è sempre volto alle elezioni europee in programma per il 6-9 giugno che rappresentano un passaggio decisivo per verificare il concreto posizionamento internazionale del Governo ma soprattutto i rapporti di forza all’interno della stessa maggioranza. Non è certo un segreto che l’appuntamento in questione sia destinato a ridefinire – da capire come e quanto – gli equilibri della coalizione e in parte lo stia già facendo con la discussione in corso sulla possibile candidatura dei leader di partito, a cominciare dalla più illustre ovvero quella della stessa Meloni.