Pnrr in salita, la sfida cruciale del Governo

Il primo trimestre dell’anno viene archiviato dal Governo con interventi in numerosi settori tra i quali il caro bollette, gli appalti, il fisco, la sanità e la concorrenza, senza però in quest’ultimo caso approvare il disegno di legge in discussione. Sono stati più che ambiziosi i provvedimenti varati martedì in un Consiglio dei Ministri più lungo e impegnativo del solito. Si parla soprattutto di quel che riguarda le misure destinate a imprese e famiglie per fronteggiare il caro energia: il Governo ha stanziato così quasi 5 miliardi di euro per il secondo trimestre del 2023 e previsto un taglio dell’IVA, oneri di sistema per il gas e il rinnovo del bonus sociale per famiglie a basso reddito. A conclusione del CdM, la Premier Meloni si è dichiarata «molto soddisfatta» del lavoro svolto finora, sottolineando come «si stia lavorando per l’Italia e con buoni risultati. Andiamo incontro ai bisogni della gente, cercando anche di favorire il risparmio energetico». Il Presidente del Consiglio tenta così, seppur faticosamente, di tenere insieme i sostegni ai cittadini e alle industrie e i provvedimenti che chiede l’Europa per accedere ai fondi del Pnrr.

La Commissione europea ha infatti recentemente messo l’Italia sotto i riflettori per le difficoltà riscontrate dal Paese nel completare nei tempi previsti le riforme in programma e spendere quindi i soldi del Next Generation. Viene concesso un mese in più di tempo per cercare di sistemare al meglio le misure mancanti o ancora incomplete e non perdere i 19 miliardi spettanti all’Italia con la terza rata del piano.  Ma è stato il Ministro degli Affari europei, delle politiche di coesione e del Pnrr Raffaele Fitto a mettere nero su bianco che l’Italia potrebbe non riuscire a spendere i quasi 200 miliardi di euro complessivi che riceverà dall’Unione europea e a portare a termine alcuni obiettivi che si è prefissata. In base agli accordi presi, il Pnrr deve essere infatti attuato entro il 30 giugno del 2026 e al momento non sembra che la Commissione europea voglia concedere all’Italia delle proroghe come richiesto recentemente dal Governo Meloni. Sul punto, Fitto ha deciso di abbandonare i toni cauti fino a qui adottati nel giorno in cui è stata presentata la relazione semestrale della Corte dei Conti sullo stato di attuazione del piano: «è matematico e scientifico che alcuni interventi da qui a giugno del 2026 non possono essere realizzati: dobbiamo dirlo con chiarezza e non aspettare il 2025 per aprire il dibattito su di chi sia la colpa. (…) Siamo un paese che oggi è ancora fermo al 34% dei pagamenti per i fondi di coesione 2014-2020». È forse la prima volta che il Ministro Fitto si lascia andare a delle dichiarazioni così forti e dirette a commento della distanza esistente tra la capacità di spesa richiesta dal Pnrr e quella permessa dalla struttura della pubblica amministrazione e dell’economia italiana.

Ad esprimere preoccupazione sulla questione anche il Partito Democratico che in settimana ha chiesto “trasparenza” da parte del Governo sullo stato di attuazione del Piano e al Ministro Fitto un’informativa urgente in Parlamento sui «presunti ritardi e su quali siano state le modifiche apportate». Così afferma Chiara Braga, la neo nominata capogruppo PD alla Camera. Martedì, infatti, la Segretaria del Partito Elly Schlein ha incassato i “suoi” nuovi capigruppo: Francesco Boccia al Senato e Braga, per l’appunto, alla Camera, eletti per acclamazione senza nessuna conta. Diverse le critiche e gli scontenti espressi dalla minoranza del partito in merito alla decisione della Schlein e lo stesso Lorenzo Guerini, noto per la sua diplomazia, lo ha fatto presente. Ma la partita ora si sposta sulla composizione della segreteria: la vera sfida per la neo segretaria sarà quella di tenere insieme le varie anime del PD e cercare così di accontentare tutti, per quanto possibile.

In settimana, inoltre, il Parlamento ha messo in atto una prova di distensione, dal contenuto altamente strategico: la formazione dell’intergruppo parlamentare per l’Innovazione, formato da deputati e senatori provenienti trasversalmente da tutti i gruppi parlamentari con l’obiettivo di unire le forze politiche per l’elaborazione di proposte nell’interesse della crescita industriale italiana, della transizione ecologica e digitale e facilitare lo sviluppo economico e sociale del Paese. «L’innovazione era sparpagliata in vari Ministeri, l’idea è ora di arrivare in Aula con proposte concrete già preparate dall’Intergruppo» così l’onorevole Giulia Pastorella (AZ-IV) ha battezzato l’iniziativa alla conferenza stampa che ha decretato il lancio ufficiale dell’Intergruppo. Al centro dell’attività e dell’analisi dei prossimi mesi ci sarà sicuramente la Cybersecurity, la promozione dell’imprenditoria (startup), la protezione dell’ambiente e l’economia circolare. Obiettivi ad ampio respiro per un azione che, come ricorda il Presidente della commissione Cultura della Camera Federico Mollicone, avrà un approccio costruttivo e condiviso tra le varie “anime” che caratterizzano l’arco parlamentare. Se in Italia sul settore c’è sicuramente ancora molto da lavorare, i risultati raggiunti nelle scorse legislature e, soprattutto, quelli che l’attuale si è prefissata, sembrano lasciar ben sperare.