Call Center: Assocontact, ministero Lavoro marcia indietro su Ccnl Bpo

Roma, 9 maggio 2025 – “In un nuovo riscontro il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, smentendo se stesso e le dichiarazioni del Ministro, conferma integralmente la posizione di Assocontact e fa una inversione di marcia completa rispetto alla tendenziosa nota del 24 aprile”. Così Lelio Borgherese, Presidente di Assocontact. “Se in precedenza il Ministero aveva lasciato erroneamente intendere che il Ccnl da applicare al mondo dei servizi alla clientela in outsourcing (Bpo e Call e Contact Center) dovesse essere quello delle Tlc, ora, invece, riconosce che l’applicazione di un Ccnl debba essere strettamente connessa alle prestazioni dell’appalto e alla codificazione di settori e sottosettori prevista dal Cnel”, prosegue Borgherese. “Applicando rigorosamente le norme vigenti e la logica, questo significa, che per gli appalti dei servizi di Bpo, il contratto di riferimento non è e non può essere il Ccnl TLC. La nuova nota ribadisce che non si può imporre l’applicazione di un determinato Ccnl quale requisito per la partecipazione ai bandi di gara. Il Codice Appalti e l’art. 39 della Costituzione sono baluardi contro ogni tentativo di imporre al mercato, alle lavoratrici e ai lavoratori un contratto collettivo scaduto ormai da trenta mesi e il cui rinnovo non si vede neanche con i telescopi astronomici”. “Ricordo che il nostro settore ha già un proprio contratto di riferimento – il Ccnl Bpo, sottoscritto a dicembre 2024 e depositato al Cnel – che assicura livelli retributivi complessivi superiori a quelli del contratto Tlc e che rispecchia la realtà di un comparto, che opera per committenze plurime e diversificate, pubbliche e private. Ci aspettiamo che le stazioni appaltanti ora agiscano nel rispetto della normativa vigente, senza forzature o esclusioni arbitrarie. Assocontact resta disponibile al confronto, anche per sostenere il percorso di riforma strutturale del settore previsto nella proposta di legge a prima firma Longi”, conclude.