ANAFE: NON SIAMO TABACCO E NON SIAMO MULTINAZIONALI BASTA CONFONDERE LE E-CIG CON ALTRI PRODOTTI

Il Presidente Roccatti: “Rappresentiamo una filiera disciplinata da una legislazione differente che non deve più essere confusa”

Roma, 27 novembre 2020. “E’ da troppo tempo che i media utilizzano erroneamente la definizione di sigarette elettroniche per parlare di tutti i prodotti di nuova generazione, inclusi quelli a base di tabacco riscaldato. Per questo motivo, come Presidente dell’Associazione di categoria che rappresenta il fumo elettronico in Italia, devo chiarire una volta per tutte che le sigarette elettroniche sono una categoria di prodotti diversa dalle altre e che quindi sotto tale denominazione generica non possono farsi rientrare tutti gli strumenti di nuova generazione che offrono un’alternativa al fumo tradizionale”. Commenta così Umberto Roccatti, Presidente di ANAFE – Associazione Nazionale Produttori Fumo Elettronico aderente a Confindustria – i numerosi articoli che nelle ultime ore stanno comparendo sulla stampa nazionale sull’ipotesi di aumento di tassazione sul tabacco riscaldato, che invero non riguarderebbe l’aumento delle tasse sul vaping.

“La sigaretta elettronica, infatti, ha un meccanismo di funzionamento differente (si tratta nello specifico di un prodotto a base di liquido contenente o meno nicotina che viene vaporizzato) e per le sue caratteristiche segue una regolamentazione a sé stante sia a livello italiano che europeo. Non è un caso che nella Direttiva europea sui prodotti del tabacco e nel Decreto legislativo di recepimento venga dedicato alle e-cig un intero articolo a parte e che, di conseguenza, i processi di immissione sul mercato, di controllo, di distribuzione e di tassazione di tali prodotti siano differenti da tutti gli altri.” E aggiunge Roccatti: “Peraltro occorre una volta per tutte precisare che il Ministero della Salute Inglese e altre Autorità Sanitarie internazionali hanno riconosciuto il rischio ridotto, fino al 95% in meno, dei soli prodotti del vaping e non anche di altri prodotti a base di tabacco”.

La filiera della sigaretta elettronica è una filiera fatta di eccellenze italiane, di piccole e medie imprese che ogni giorno – anche attraverso gli esercizi di vicinato autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (diversi dalle classiche tabaccherie dove vengono venduti tutti gli altri prodotti) – occupano direttamente circa 15.000 persone che salgono a 45.000 se si considera l’intero indotto. Vogliamo quindi rimanere fuori da ogni polemica che in queste ore sta riguardando conflitti fra multinazionali del tabacco e auspichiamo che non si faccia più intenzionalmente confusione, utilizzando la definizione di sigarette elettroniche per semplificare e per definire altre tipologie di prodotti”. Conclude Roccatti.