AIM in audizione al Senato su Ddl Concorrena

Roma, 21 febbraio 2022. Sebbene il commercio parallelo dei farmaci sia previsto dal Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea, in Italia – ancora oggi – manca una definizione normativa di “medicinale di importazione parallela” ed è quindi prioritario introdurre tale modifica al codice dei medicinali ad uso umano (d.lgs. n. 219/2006).

Questa la richiesta pervenuta dall’Associazione Importatori Medicinali Italia (AIM) nel corso dell’Audizione al disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 in Commissione Industria del Senato.

“Se da un lato – ricorda il Presidente di AIM, Gian Maria Morra – la procedura di immissione sul mercato e la determinazione del relativo prezzo di un farmaco è ben disciplinata, dall’altro lato non vi è traccia di un preciso chiarimento relativamente alla dicitura ‘importazione parallela di medicinali’; che a questo punto auspichiamo possa essere inserito sotto la terminologia di derivazione europea ‘distribuzione parallela’, al fine di fugare ogni possibile equivoco e inquadrare correttamente l’attività che consiste – per l’appunto – nella distribuzione, in Italia, di medicinali commercializzati negli altri Stati europei e che possiedono lo stesso profilo di sicurezza ed efficacia.” 

Una lacuna normativa da colmare per valorizzare un settore in costante crescita – che rappresenta una leva importante di concorrenzialità nel mercato farmaceutico, in linea con gli obiettivi che l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) intende perseguire – che in Europa vale circa 5,5 miliardi di euro all’anno ma che nel nostro Paese non è ancora stato messo a sistema. 

“Non a caso – continua Morra – a marzo dello scorso anno la stessa AIFA, credendo fortemente in questo comparto, ha provveduto, per i farmaci a carico del Ssn, ad adottare una procedura semplificata di negoziazione del prezzo e rimborso dei medicinali di importazione parallela quando il costo al pubblico viene ribassato del 7% rispetto a quello del prodotto corrispondente e già commercializzato in Italia.” 

Durante l’Audizione AIM ha, inoltre, segnalato come “uno snellimento dell’iter burocratico-autorizzativo, in caso di carenza di un farmaco, sia necessario per rispondere in modo più rapido, e meno oneroso, alle esigenze dei pazienti”; evento peraltro verificatosi di recente con l’indisponibilità dell’azitromicina sugli scaffali. Inoltre, sempre secondo l’Associazione, le farmacie – quali primi presidi sanitari territoriali -potrebbero svolgere un ruolo centrale nella segnalazione e nell’approvvigionamento dei medicinali momentaneamente irreperibili. 

L’Audizione è stata, infine, l’occasione per chiarire come il meccanismo di import export italiano, diversamente da quanto erroneamente ritenuto, non concorra in alcun modo a generare eventuali carenze di farmaci.